Grandi Statue Sarde
Maurizio Feo
- Copertina flessibile: 96 pagine
- Editore: CSCM con Edizioni Grafica del Parteolla (gennaio 2022)
- Lingua: Italiano
- ISBN-13: 978-88-671-269-8
- 135 tra foto a colori e BN;
Se si parte da premesse sbagliate, è quasi certo che non si raggiungeranno conclusioni corrette. Così, quando si parla delle statue di Monti Prama, persino la prima definizione di “giganti” – dovuta al Lilliu, che le definì “kolossoi” – s’inizia già con il piede sbagliato. Perché mai ricorrere alla cultura greca e alla sua lingua estranea, per descrivere qualche cosa di prepotentemente sardo, così profondamente differente da ogni altra cosa greca?
E così, l’Autore propone piuttosto un altro nome, per lui più appropriato: “Grandi Statue Sarde”.
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Maurizio Feo
Nato a Bologna il 19/09/1949. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1975, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Specialista in Chirurgia Generale (Bologna) e in Chirurgia Urologica (Roma).
Da decenni Maurizio Feo, si interessa di cultura antica, folklore e storia sarda. Da 21 anni collabora con la rivista sarda “Sardegna Antica”, diretta da G. Manca, scrivendo articoli di antropologia, paleopatologia, genetica e storia. Ha scritto libri strettamente correlati con la Sardegna di ieri e di oggi, nel 2012: “L’Ira degli Dei e i Popoli del Mare”, (che tutt’oggi resta la più completa raccolta di testimonianze bibliografiche al riguardo); nel 2017: “La Malaria in Sardegna e in Italia: come ebbe origine e come fu vinta”; nel 2021 [pubblicato in ritardo, in seguito al blocco Pandemico]: “Le Grandi Statue Sarde: il Fenomeno Orientalizzante nel cuore del Mediterraneo”. Il suo non essere archeologo lo obbliga a moltiplicare i riferimenti bibliografici, l’accuratezza e la correttezza delle sue affermazioni e delle sue fonti. Il suo comportamento nei confronti delle cose sarde è riassumibile in una frase: “Amare qualche cosa impegna a descriverla esattamente come essa è: con i pregi per cui la si ama e con i difetti malgrado i quali la si ama”.
L’apporto dell’Autore alla spinosissima questione di Monti Prama è chiaro, diretto, didattico. È riassumibile in quattro punti:
1) Ha formulato – inizialmente ad uso personale, per chiarirsi l’argomento – una Classificazione [Arcaiche, Protostoriche e Orientalizzanti] delle antiche statue volumetriche di tutta la zona peri mediterranea: non sembra essercene una precedente, fatta da storici o archeologi.
2) Le Tombe dei Giganti sono vere tombe nuragiche; i pozzetti di Monti Prama sono idealmente e formalmente troppo differenti da esse per potere appartenete alla medesima epoca e alla medesima cultura: ne consegue l’affermazione che tutta Monti Prama non è “nuragica”, né le tombe, né le statue.
3) Il Periodo Orientalizzante – circa 300 anni, ad iniziare dall’830 a.C. – modificò radicalmente, con i suoi molteplici e profondi effetti, tutto il Mediterraneo che non fu mai più lo stesso: è possibile che abbia risparmiato solamente la Sardegna?
4) L’autore identifica l’importanza delle Grandi Statue sarde, con la “Temperie Culturale” che le statue ci rivelano per il Sinis di Cabras del VI e VII secolo a.C.
Le benestanti elites sarde del luogo non erano più quelle tradizionaliste, conservatrici, isolate del Nuragico: anzi, esse erano evolute, aperte a nuove filosofie ed influenze e addirittura più sviluppate di alcune delle popolazioni confinanti.
Alla fine, ci propone anche una teoria personale al riguardo delle misure delle statue (2,10 mt, corrispondenti ai sette piedi romani) probabilmente risalenti a un antichissimo dettame religioso preromano e preitalico per i simulacri sacri. Non la annuncia come “verità” scientifica, ma dichiara che essa ha almeno la stessa dignità delle teorie su Tespiadi ed Eraclidi che sono state fin qui pubblicate da altri.
Il libro è di agile lettura: alla fine, il lettore comprende bene che l’Autore non gli chiede di credere passivamente ad una favola, bensì di applicare il proprio senso critico e di ragionare su fatti concreti e su argomenti logici.
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